Presidente Iacop su 39° anniversario del terremoto in Friuli

Trieste, 5 mag – Il 39° anniversario del terremoto del Friuli verrà ricordato dal presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop domani sera, 6 maggio, quando interverrà, insieme al consigliere regionale Enio Agnola, a Cornino di Forgaria, paese che fu decimato dal sisma.

La celebrazione, organizzata con l’impegno dell’Amministrazione comunale, della parrocchia e di associazioni e gruppi di volontariato, è l’occasione per alcune riflessioni sul tragico evento.

“È difficile – afferma il presidente Iacop – non associare le drammatiche immagini che ci giungono in questi giorni dal Nepal a quanto avvenne trentanove anni fa in Friuli: mille morti, 100mila sfollati, 18mila case distrutte, oltre 75mila danneggiate, 45 comuni rasi al suolo dalla furia devastatrice, 40 gravemente danneggiati, altri 52 danneggiati.

“Il terribile sisma del 1976 ha rafforzato le popolazioni del Friuli, che dal giorno dopo si sono rimboccate le maniche e con grande dignità, fermezza e determinazione, lavorando duramente – con l’indispensabile sostegno di tutti coloro che si prodigarono nell’immediato e delle istituzioni negli anni successivi – hanno saputo riportare a nuova vita case, scuole, chiese, fabbriche, palazzi, interi paesi.

“Di quell’esperienza – aggiunge Iacop – sono figlie diverse iniziative, una delle quali proprio in Nepal, e oggi idealmente accomuna queste terre così duramente colpite dalla furia della natura: mi riferisco soprattutto all’associazione di volontariato onlus Friuli Mandi Nepal Namastè, che da quindici anni è impegnata in diversi progetti in ambito sanitario, di istruzione scolastica, a sostegno di orfani e bambini con problematiche legate al decennio di guerra civile, al reintegro di donne-bambine vittime dello sfruttamento sessuale, ma anche nella costruzione di edifici scolastici, di pozzi per la captazione dell’acqua.

“Oltre a dare anche in questo frangente un aiuto materiale a quelle terre – conclude Iacop – il Friuli deve saper trasmettere a quelle popolazioni un messaggio di speranza, la stessa speranza alla quale hanno attinto trentanove anni fa le donne e gli uomini del Friuli per trovare la forza di andare avanti, per lasciarsi alle spalle un ricordo tragico e indelebile, per poter guardare a un futuro migliore”.

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